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Si sono concluse le prime due sessioni della formazione sull’Intelligenza Artificiale tenuta da AIxIA, l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale. Due giornate dense di contenuti, che hanno offerto ai Champions una panoramica affascinante e approfondita su questa disciplina in continua evoluzione, con un mix perfetto tra le basi teoriche, le sue applicazioni pratiche, le sfide ancora aperte e le implicazioni etiche e legali che ne derivano.
Guidati da Piero Poccianti, già presidente di AIxIA, e Andrea Orlandini, Primo ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per Robotica e IA, i vincitori del BCC Innovation Festival hanno ripercorso oltre 70 anni di evoluzione straordinaria dell’IA, passando per momenti di grande entusiasmo e fasi di delusione, ma sempre con un’eredità preziosa per il progresso tecnologico.
Uno dei concetti chiave emersi è che l’IA, pur essendo uno strumento potente, non è la soluzione universale. Come hanno sottolineato Poccianti e Orlandini, ogni tecnologia ha i suoi limiti e va utilizzata con discernimento, in sinergia con altri strumenti e con la consapevolezza delle possibilità e dei confini che ha. Un martello è uno strumento perfetto per piantare un chiodo, ma se si deve fare una pedicure è meglio scegliere uno strumento più adatto. Allo stesso modo, le deep neural network hanno rivoluzionato il settore ma non bastano da sole a risolvere qualsiasi problema. La prima sessione si è conclusa con una riflessione sulla missione di AIxIA: promuovere una cultura dell’IA che sia etica, inclusiva e sostenibile.
Se la prima sessione ha fornito le basi, la seconda ha proiettato i Champions nel mondo reale delle applicazioni pratiche. Quali sono i campi in cui l’IA può fare davvero la differenza? Dalla medicina all’economia, dalla linguistica computazionale alla gestione dei dati, le possibilità sono immense. Ma, come hanno evidenziato gli esperti, ogni applicazione ha un prezzo, non solo in termini economici, ma anche etici e sociali. Accanto a Poccianti e Orlandini, il Dott. Bernardo Magnini e l’Avvocato Simone Aliprandi hanno approfondito tematiche cruciali come le ricadute giuridiche dell’IA e le strategie per evitare effetti distopici. Magnini ha illustrato le potenzialità della linguistica computazionale, mostrando come le macchine possano processare il linguaggio umano senza però arrivare a una vera comprensione semantica.
Un focus particolare è stato dedicato alle infrastrutture fondamentali per l’IA, come cloud, fog ed edge computing. Queste modalità di utilizzo, se ben integrate, possono migliorare l’efficienza e la scalabilità dei progetti di IA, con impatti significativi in settori come l’automazione industriale, la mobilità intelligente e la gestione delle risorse ambientali.
Le due sessioni, oltre a fornire nozioni teoriche e tecniche, hanno stimolato una riflessione più ampia sul ruolo dell’IA nel nostro futuro. Una cosa è certa: l’Intelligenza Artificiale non ha una volontà propria ma siamo noi a decidere come svilupparla e utilizzarla. Gli esperti hanno sottolineato come l’innovazione debba andare di pari passo con l’etica, affinché l’IA non diventi uno strumento di disuguaglianza o controllo ma un motore di crescita sostenibile. La consapevolezza di questi aspetti è il primo passo per costruire un futuro in cui l’IA sia realmente al servizio dell’umanità e del pianeta. Con la giusta combinazione di entusiasmo, discernimento e responsabilità, il domani dell’Intelligenza Artificiale è nelle nostre mani perché il vero potere risiede nelle nostre scelte. E il lavoro di AIxIA è sicuramente una bussola preziosa per orientarsi in questo percorso entusiasmante e complesso.
Siamo ora curiosi di scoprire quali altre interessanti considerazioni usciranno dalle ultime due sessioni. Scopriamoli insieme nel prossimo articolo.